Un ritrovamento archeologico sorprendente racconta il fascino dei ‘giochi’ di più di 1500 anni fa. Trovati resti di semi e frutta consumati dagli spettatori, un sesterzio in oricalco, monete in bronzo e ossa di animali.

L’attività di ricerca era motivata dalla necessità di comprendere il funzionamento delle fogne antiche e dell’idraulica del Colosseo. Lo studio sistematico del sistema di regimentazione delle acque ha comportato ispezioni nei collettori al di sotto della piazza, al fine di indagare conoscere e risolvere le problematiche dell’attuale modalità di smaltimento delle acque del comparto ipogeo del monumento, in un’area delicata quale quella dell’anfiteatro Flavio.

[fognone angolare. Archivio del Parco archeologico del Colosseo]

L’attività di studio, iniziata a gennaio 2022 con lo scavo stratigrafico del collettore sud, hanno riguardato una delicata operazione di disostruzione di quasi 70 metri di canale, consentendo, oltre allo studio delle caratteristiche costruttive e delle antiche funzioni idrauliche, la raccolta di una preziosa documentazione archeologica che testimonia le ultime fasi di vita del Colosseo prima della “fine dei giochi” nel 523 d.C. e l’abbandono definitivo.

Gli antichi condotti hanno portato alla luce una copiosa quantità di reperti di semi e frutti di piante coltivate (fichi, uva, meloni, olive, pesche, ciliegie, susine, noci, nocciole e pinoli) nonché resti di piante spontanee, quali ad esempio le more: probabili residui dei pasti consumati dagli spettatori sulle gradinate.

[parte finale del collettore sud. Archivio parco archeologico del Colosseo]

Di particolare rilievo anche la presenza di cuticole e frammenti di foglie di bosso e di alloro, piante legnose sempreverdi usate a scopo ornamentale nell’arena durante gli spettacoli e/o nell’area circostante al Colosseo. E ancora ossa di animali come orsi, leoni ma anche cani, persino bassotti, costretti a probabili lotte fra loro sull’arena oppure oggetto delle venationes, le battute di caccia che, insieme con le lotte dei gladiatori, hanno intrattenuto il popolo romano in occasione degli spettacoli.

Tra i ritrovamenti, dadi da gioco o oggetti d’uso personale, quale uno spillone in osso lavorato, ma anche elementi di vestiario (borchie, chiodini da scarpe e frammenti di cuoio), resti di rivestimento parietale e pavimentale nonché 53 monete di età tarda, tutte in bronzo tranne un lucente sesterzio in oricalco di Marco Aurelio emesso nel 170-171 d.C. per celebrare i voti decennali dell’imperatore. Il suo ritrovamento potrebbe ipotizzare l’uso di tali monete per ingraziarsi il favore del popolo.

[Immagine fornita dall’Ufficio Stampa Comin & Partners]

LA GIORNATA DI ARCHEOLOGIA PUBBLICA
I risultati del progetto di ricerca, di alto valore scientifico, sono stati resi noti nel corso di una giornata di archeologia pubblica, promossa dal Parco archeologico del Colosseo.  L’incontro “Idraulica del Colosseo. Presentazione dei nuovi dati dalle ricerche nei collettori fognari” si è svolto il 24 novembre 2022 presso la Curia Iulia, e vi hanno preso parte gli esperti del gruppo di ricerca che ha lavorato all’indagine sotto la direzione scientifica di Martina Almonte, Federica Rinaldi e Barbara Nazzaro.

I lavori, ingenti in termini di analisi e ricerca, hanno coinvolto gli speleologi di Roma Sotterranea Srl – nell’ambito del finanziamento Grandi Progetti dei Beni Culturali – insieme con architetti e archeologi specializzati, utilizzando strumenti tecnologici d’avanguardia, a cominciare da robot filoguidati.

Lo studio, oltre a fornire una più approfondita conoscenza dell’antico complesso sistema di gestione delle acque del Colosseo, costituisce un’appassionante fotografia dell’intero contesto legato agli spettacoli di duemila anni fa, e al vissuto e alle abitudini di coloro che frequentavano il celebre anfiteatro, consentendone una conoscenza più ampia e approfondita.

Ha spiegato Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo: «Abbiamo deciso di presentare tali risultati nell’ambito di una giornata di archeologia pubblica, aperta alla partecipazione di tutti, perché crediamo fortemente che tutte le nostre attività, dalla ricerca alla valorizzazione, debbano essere condivise con i cittadini e con le comunità. Si tratta del primo passo, cui senz’altro seguirà l’edizione scientifica e la pubblicazione dei dati».

C.S.M.
Ufficio Stampa, 24 novembre 2022
Immagine di copertina: collettore sud, Archivio parco archeologico del Colosseo


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